Il Giornale dei Misteri N°12 – Marzo 1972

Dischi volanti: fantasia o realtà?

Non siamo soli in questa vastità senza fine


7 gennaio 1948. Sono le due del pomeriggio, a Madisonville, bel Kentuky, decine di persone telefonano incuriosite e allarmate alla polizia: uno strano oggetto circolare con intorno un alone di luce rossa sta sorvolando la zona.
L'aeroporto militare di Fort Knox entra in stato d'allarme e il comandante della base dà ordine di inseguire l'oggetto volante ad una squadriglia di caccia P 51 al comando del capitano Thomas Mantell.

Fotografia scattata da. un membro della Guardiacoste USA nel 1952 sopra la cittadina di Sale nel Massachussetts. (Dall'Enciclopedia Compton's di Chicago, USA)

Gli aerei salgono ad alta quota e intercettano il misterioso ordigno, ma questi si allontana e sale ancora più in alto. Solo il capitano Mantell è in grado di proseguire l'inseguimento; gli altri piloti della squadriglia, sprovvisti di ossigeno rientrano alla base.
Da questo momento la cronaca e la fantascienza si fondono in un susseguirsi di eventi drammatici.
Mantell è in contatto radio con la torre di controllo. La registrazione della conversazione è stata resa pubblica in due tempi. Nella prima, Mantell dice: « ...Ecco, l'ho raggiunto; è proprio davanti a me... Mi avvicino. È un oggetto metallico di enorme grandezza... » — poi continua nella seconda: « ...Ci sono degli oblò, vedo dietro ad essi delle sagome umane che mi fanno dei cenni...».
Furono le sue ultime parole. L'aereo si disintegrò contro il misterioso oggetto volante e i rottami vennero poi ritrovati sparsi per un'area di vari chilometri intorno al punto d'impatto. Le autorità militari USA non si trovarono affatto impreparate di fronte all'accaduto. Infatti già da alcuni anni avevano incominciato a ricevere rapporti di avvistamenti di oggetti non identificati nei cieli della nazione.
Tuttavia questa volta si trattava di un caso molto serio, che preoccupò l’opinione pubblica, la quale, allarmata, pretese una spiegazione ufficiale.

Le reazioni ufficiali
Nacquero così i presupposti morali che, nel 1957, portarono alla « Commissione Me Clellan » di inchiesta sull'attività dei cosiddetti Dischi Volanti, promossa dal Senato e di cui facevano parte nomi poi divenuti famosi, come quelli di Lyndon B. Johnson e Barry Goldwater.
Terminati i lavori della Commissione, il Dipartimento dell'Air Force si incaricò ufficialmente di studiare il misterioso fenomeno celeste.
Vennero create così, in ordine di tempo, le tre organizzazioni militari che con la loro attività di ricerca e di studio coprirono un lasso di tempo che va dal '47 al '65.
I loro nomi sono strani, ma potrebbero essere anche abbastanza significativi: Il « Project Sign », o « Progetto segno »; il « Project Grudge », o « Progetto rancore »; e infine il « Project Blue Book », o « Progetto libro azzurro ».

Fotografia scattata a Buenos Aires il 15 giugno 1965. « The Miami Herald » del l' luglio 1965. (Archivio « Gruppo Spazio 4 »)

Un comunicato ufficiale dell'Air Force, basandosi sui dati raccolti da questi tre progetti, ci informa che in diciotto 'anni di attività sono stati Vagliati ben 8908 avvistamenti e che di questi 663 sono risultati imputabili ad oggetti sconosciuti, non conformi alla fenomenologia conosciuta, cioè non identificati. Come vuole la sigla ufficiale UFO (unidentified flying objects, cioè oggetti volanti non identificati).
Nonostante però questa autorevole presa di posizione, le stesse autorità americane operanti sul piano scientifico e politico, e di riflesso quelle dei paesi di sviluppato livello tecnologico, hanno sempre minimizzato l'attività di questi ordigni nei cieli della Terrà, giungendo a negare l'attendibilità di clamorosi avvistamenti o alla dissuasione nei confronti dei piloti militari e civili.
È il caso della Commissione Condon, finanziata anch'essa dal Senato USA, che, dimenticando il preciso responso dell'Air Force, ha categoricamente smentito l'esistenza dei Dischi Volanti. C'è giustificazione a questo comportamento, e la sua ragione va ricercata in un rapporto della « Brookings Institution » alla NASA.

Preoccupazioni politiche
Il 29 luglio 1958, il Congresso degli Stati Uniti promulgò la Legge Nazionale per l'aeronautica e lo spazio che imponeva tra l'altro un vasto programma di studi sugli ostacoli e vantaggi connessi con le attività spaziali.

Foto scattata a bordo della navicella statunitense Gemini IV dall'astronauta James Mc Divitt il 5 giugno 1965. Foto NASA (Archivio « Spazio 4)

Di conseguenza la Brookings Institution, un collegio di statistica e di ricerca, su incarico della NASA, interpellò circa 200 specialisti, redigendo un rapporto che venne presentato nel 1960 al governo. Il documento invitava le autorità competenti a tener conto delle reazioni delle masse alle notizie, vere o false, di avvistamenti di Dischi Volanti, ma soprattutto di studiare la maniera migliore per informare le popolazioni della Terra su un eventuale contatto tra terrestri ed esseri di altri pianeti, giungendo a consigliare di nascondere il fatto se ritenuto opportuno, per evitare situazioni troppo rivoluzionarie in seno alla situazione politica e sociale.
Il rapporto aggiungeva, a questo punto, come monito, gli esempi di società evolute del passato che si disgregarono nonostante la loro efficienza, quando dovettero coesistere con civiltà superiori, la cui esistenza sino ad allora era stata ignorata, dovendo accettare idee e modi di vita completamente differenti. Tuttavia, anche se nel suo insieme rimane piuttosto sfuggente, il fenomeno UFO non perde nulla della sua importanza. Ci suggerisce infatti uno studio dello staff scientifico della « Enciclopedia Britannica » che « l'aumento costante delle segnalazioni di oggetti volanti non identificati ha indotto anche molte persone scettiche a pensare se non ci sia qualcosa di vero e che forse varrebbe la pena di approfondire. Inoltre, poiché le informazioni raccolte in quasi tutte le parti del mondo hanno mostrato, in molti casi, punti in comune, l'argomento si presenta non più come un fatto incidentale, ma come vera e propria materia di studio ».

Le antiche cronache
La comparsa dei primi Dischi Volanti nei cieli del nostro pianeta si perde nella notte dei tempi. Le leggende che parlano di carri celesti, da cui in qualche occasione discesero anche degli dei, sono patrimonio comune a tutte le antiche civiltà, persino nella« Bibbia » troviamo menzione a questi misteriosi ordigni.
L'uomo preistorico lasciò numerose testimonianze di questi avvistamenti sulle pareti delle grotte consacrate ai suoi culti primordiali. L'antica civiltà egizia registrò negli annali storici l'avvistamento di Tuthmosis III, mentre i cronisti dell'antica Roma scrissero diffusamente sugli strani fenomeni del cielo.
Tito Livio racconta di piogge di carne, di latte, di mattoni e di strane spugne metalliche, queste ultime raccolte al suolo anche ai giorni nostri dopo il passaggio in cielo di un UFO. Ma ancor più straordinaria fu la pioggia di carne fresca di uno sconosciuto animale macellato, che quattro anni fa si riversò su di un'area di 400 metri quadrati nei pressi del villaggio di San Juan in Brasile.
Con Tito Livio, anche Plinio il Vecchio, Seneca e Giulio Ossequente ci hanno tramandato le cronache di altri fenomeni celesti.

La stupefacente fotografia di un presunto atterraggio UFO in America del Sud. (Da « Flying Saucer Review » maggio-giugno 1965)

Nel 222 a.C. ad Arpi, vicino all'odierna Foggia, vennero visti al di sopra della città alcuni oggetti a forma di scudo circolare. Nel 100 a.C. sopra Roma uno scudo incandescente sfrecciò da Ovest verso Est. Sotto l'imperatore Tiberio, nell'anno zero della civiltà cristiana, delle coorti di soldati romani corsero in soccorso di Ostia, credendola in fiamme. Giunti alle porte della città videro uno spettacolo senza precedenti: un'enorme trave di fuoco stava immobile nel cielo al disopra delle case illuminando la notte con la sua tetra luce, simile a quella di una fiamma mista a fumo. E lo spettacolo durò quasi sino al mattino dopo.
Lo stesso Anassagora, filosofo e astronomo greco, vide, intorno al 450 a.C. una di queste travi rimanere per parecchi giorni immobile al di sopra del suolo.
Poi ci fu l'abisso del Medioevo. Dei Dischi Volanti se ne sentì ancora parlare, ma saltuariamente e come opera del demonio.
Nell'Abbazia di Ampleforth nello Yorkshire, un manoscritto in latino riporta la notizia di un avvistamento compiuto nel 1200 di un enorme scudo argenteo che volava lento alla guisa di un falco sopra la cittadina di Byland Abbey.
In un raro codice dei Frati Minori di Ragusa è annotata la segnalazione di un atto diabolico nel cielo, durante la notte dell'8 gennaio 1388, in cui si videro « grandi segni nel cielo, luminosissimi e puntiformi che allineati si mossero per l'aria oltre un'ora ».
Nel Rinascimento abbiamo una preziosa testimonianza del Benvenuto Cellini da lui stesso citata nella sua autobiografia. Era in vista di Firenze, dopo un lungo viaggio a cavallo in compagnia di un amico, quando, trovatisi su di un'altura, videro librarsi al di sopra della città una enorme trave di fuoco.

Una casistica impressionante
Giungendo alle cronache del nostro secolo, dobbiamo dire che non mancano certo di interesse nei confronti di quelle del passato anzi, grazie ai mezzi di diffusione possiamo avere maggiori particolari a disposizione.
Data l'imponenza della casistica UFO, citare tutti gli avvistamenti conosciuti è assolutamente impensabile, ma un buon elenco lo si può egualmente concretizzare.
Il 18 dicembre 1962, tre marinai della motonave traghetto « San Gottardo » in servizio sul Lago Maggiore furono i testimoni delle evoluzioni di un oggetto grigiastro simile ad un elmetto inglese dell'ultima guerra che scivolava silenzioso a venti metri dal pelo dell'acqua.
Il 25 luglio 1963, ai « Comuni » del Parlamento Inglese, il deputato laburista Roy Mason e il suo collega conservatore Patrick Wall avanzarono un'interrogazione sull'atterraggio di un Disco Volante sul suolo inglese.

Lettera inviata dall'Air Force all'autore di questo articolo, con allegato il testo del Bluse Bock, il progetto USA per lo studio degli UFOS ora non più in attività

Il 4 luglio 1965, a Valensole in Francia, un contadino asserì di aver visto atterrare un Disco Volante e di aver potuto vedere discenderne il pilota, un nanerottolo di forma umanoide. A Olavarria, in Argentina, il 26 luglio 1968, un « oggetto volante non identificato » atterra su una pista secondaria dell'aeroporto civile e ne discende un essere alto e biondo. Interviene la polizia locale, che senza tanti indugi apre il fuoco con i mitragliatori. L'essere disceso dal Disco Volante si limita a puntare un cilindro verso i terrestri che lo assalgono, con il risultato che questi crollano svenuti per alcuni minuti. Quando rinvengono, lui e la sua macchina volante sono scomparsi.
Il 4 aprile 1966, un deputato del Michigan, Gerald Ford, presenta alla camera dei rappresentanti USA un'interrogazione per il caso di un ragazzo, testimone di un atterraggio UFO, che nell'avvicinarsi all'ordigno si era bruciato una mano.
Nell'inverno del '50, un oggetto, che i testimoni descrissero come una enorme colomba bianca costellata di oblò rossastri, sorvola durante la notte la Valle del Chisone, Alpi Cozie, illuminando a giorno il paesaggio.
Il 1° luglio 1970, una sfera bicolore circondata da un anello come il pianeta Saturno, atterra in una zona impervia a nord di Torino.
Il 23 febbraio '71, un oggetto luminoso atterra, come risulta da una circostanziata relazione del « Gruppo Spazio 4 » di Torino, nei pressi di Perrero, in Piemonte, alla base del Monte Ghinivert, da dove due ore dopo si alza per riprendere quota. Infine il clamoroso avvistamento del 24 settembre 1970 fatto da decine e decine di persone nel cielo di Torino, di un oggetto a forma di piramide con una croce alla base che si libra per parecchie ore sulla città, sino a scomparire con il sopraggiungere del tramonto.

Gli UFO seguivano le imprese spaziali?
Tuttavia, gli avvistamenti più interessanti del nostro secolo sono quelli legati alle imprese spaziali. Si ha infatti la netta impressione che tutte le maggiori imprese astronautiche, almeno per quanto si conosce da fonte americana, siano state accompagnate da eventi che rientrano nell'ambito della fenomenologia UFO.
Del resto l'obiettivo principale dell'astronautica è stato, e continua ad esserlo tuttora, proprio il nostro satellite naturale, sul quale da molti decenni gli astronomi registrano la presenza di oggetti circolari e luci che si spostano tra i crateri e i mari.
Si direbbe che la partecipazione della fenomenologia UFO alle tappe dell'astronautica sia, più che dovuta al caso, una conseguenza logica.
Si incomincia dall'impresa di Orbiter 3 lanciato dagli americani il 4 febbraio 1967, le cui fotografie dell'altra faccia della Luna permisero agli astronomi la localizzazione dei punti di emissione dei misteriosi fasci luminosi che da Terra si vedono uscire di tanto in tanto da dietro il bordo lunare.
In occasione del volo di Gemini IV, nel '65, l'astronauta Me Divitt poté osservare dall'oblò della navicella tre misteriosi oggetti. Uno riuscì persino a fotografarlo e la NASA distribuì le fotografie ai corrispondenti di tutto il mondo.
Nel '65, durante il rientro dalla missione di Gemini 7, l'astronauta Borman fotografò due oggetti che si muovevano nell'atmosfera al di sotto della capsula spaziale.

Foto scattata dall'astronauta Borman nel 1965 a bordo di Gemini 7, che mostra due UFOS (Foto NASA). La NASA non l'ha saputa spiegare

Per citare fatti più recenti si può ricordare la testimonianza di Collins, della missione Apollo 11, mentre stava orbitando intorno alla Luna in attesa del ritorno di Armstrong e Al-drin. Nel suo rapporto a Huston c'è la menzione ad un misterioso oggetto di metallo bianco appoggiato su un ripido pendio di un cratere, che la sua navicella stava sorvolando in quel momento.
Infine nel '69 la strana avventura capitata all'Apollo 12, inseguito sulla sua rotta verso la Luna da un gigantesco oggetto. Si pensò all'ultimo stadio del Saturn, ma quando la nave spaziale americana corresse la sua rotta verso la Luna secondo i piani di volo per inserirsi su di un'orbita ibrida, composta di tanti vettori, calcolati dai computers di Huston, l'oggetto assunse anche lui questa nuova traiettoria, dimostrando di essere capace di poter manovrare autonomamente, a suo piacere e di possedere un proprio apparato propulsivo. Conrad, a bordo di Apollo 12, esclamò: « Per ora siamo fortunati, sembra che abbia intenzioni amichevoli »...

La verità si fa strada
Sono questi e altri casi consimili che hanno turbato i sonni di molti scienziati, giungendo di riflesso a preoccupare per la loro frequenza le più alte cariche governative degli Stati Uniti, che si sono rivelati, al pari dell'URSS, i più direttamente interessati.
Per fare un esempio di questa preoccupazione dilagante, basti dire che persino la Cecoslovacchia, sebbene travagliata dalle crisi politiche ben note a tutti, non tralasciò di occuparsi dei Dischi Volanti, che si vedevano nel suo spazio aereo territoriale, istituendo uno speciale centro di raccolta di informazioni e di indagini.
Si tratta della evidente preoccupazione generale dei governi che tali ordigni siano prototipi segreti, inviati da altre nazioni a scopo di spionaggio aereo. È evidente che con la tecnica raggiunta e con la possibilità di nuove sperimentazioni in campo aeronautico, qualche nazione abbia potuto mettere a punto velivoli capaci di assomigliare per caratteristiche tecniche e forma ai Dischi Volanti. Del resto non è mistero che già nell'ultima guerra i tedeschi avevano incominciato a progettarne e sembra anche a collaudarne.
Tuttavia è chiaro che i Dischi Volanti a cui rivolgiamo la nostra attenzione non hanno nulla a che fare con questi possibili prototipi, ma con tutti quelli che dalla notte dei tempi si sono visti e con le stesse caratteristiche di quelli che si vedono tuttora.
L'universo è vasto, e la Scienza ci insegna che non siamo soli in questa vastità senza fine. I radiomessaggi che ci giungono dalla costellazione del Cigno o i microrganismi fossili che si trovano nelle meteoriti a base carbonica vogliono ribadire proprio questo concetto, e un giorno non tanto lontano l'umanità della Terra incontrerà fraternamente, come dice Jules Laforgue, poeta simbolista francese, altre « umanità sorelle, che come la nostra vagano negli immensi deserti del cosmo nella speranza di un incontro che le sollevi dal peso della forzata solitudine ».

Giancarlo Barbadoro